Warhol a Milano: la mostra da non perdere nel 2014

11:54 Vale 2 Comments





People need to be made more aware of the need to work at learning how to live because life is so quick and sometimes it goes away too quickly.

Le persone hanno bisogno di essere più coscienti del bisogno di lavorare su come vivere perché la vita è veloce e qualche volta scappa via troppo velocemente.
Andy Warhol


Ve l'ho annunciato con foto sulla pagina di Facebook e vi ho solleticato l'idea di aggiungere un po' di pepe alla sezione "events" ancora inesplorata...e finalmente ecco il post dedicato alla mostra di Warhol a Milano. Mostra che merita per moltissime ragioni e che decisamente deve esser un appuntamento da segnare sulla vostra nuovissima agenda 2014! Perché? Ecco 5 buoni motivi per visitarla:


1 La cornice

La mostra di Warhol a Milano si tiene in uno dei palazzi più belli del centro ma che buona parte dei milanesi non conosce o non ha mai visitato. Palazzo Reale si trova subito a destra del Duomo e sin dal suo ingresso colpisce per lo stile regale ma allo stesso tempo non troppo sfarzoso dando un'idea ben precisa della vera essenza di Milano. Illuminato dal sole invernale, poi, ha quella leggiadria e bellezza unica che ben contrasta con l'arte pop di Warhol e Pollock o, come meglio recita il cartello tra le due ali del palazzo, dell'"autunno americano". Decisamente un posto da vedere almeno una volta nella vita.




2 L'esposizione

Sono esposte tutte le opere della collezione privata di Peter Brant che, non solo è un grandissimo collezionista di arte contemporanea, ma è stato amico di Andy durante il periodo della Pop Art contribuendo con l'acquisto di veri e propri capolavori che sono passati alla storia come la famosissima Campbell’s Soup.
Sistemate in un percorso di circa due ore, si possono ammirare sia quadri che qualche scultura come le famose polaroid che erano alla base di molte sue opere commissionate (con cui Warhol fece gran parte della sua fortuna) per un totale di 150 pezzi unici a disposizione degli ospiti. 







3 Le quote






Quà e là tra un dipinto, un autoritratto e una scultura pop spuntavano le bellissime quote di Andy Warhol che permettono di conoscerlo o riscoprirlo come personaggio dandogli un'aurea a 360°. Molti di noi, infatti, conoscono il pensiero di Warhol sintetizzato nella famosa "In the future everyone will be famous for 15 minutes" ma in realtà ne esistono molte altre che riescono meglio ad interpretarne la filosofia e il pensiero geniale che si adagiava sulla superficie dei suoi quadri. Dalla riflessione sulla Coca Cola e il suo potere di rendere tutti uguali, all'importanza del denaro fino ad arrivare all'esaltazione della vita in tutti i suoi colori e le sue forme. Totalmente diverso dai personaggi anni'60 e '70 che costellano il nostro immaginario, positivo al massimo e grandissimo comunicatore del nostro tempo, del mondo e della verità.


4 L'audioguida


Di solito alle mostre mi piace più gironzolare in giro e leggere dei vari quadri ma devo dire che l'audioguida di questa mostra è davvero un valore aggiunto. Tra un racconto, la voce del doppiatore di Warhol e il commento del critico d'arte Francesco Bonami si riesce a leggere ogni opera in modo divertente ed esclusivo uscendo dai soliti canoni di storia dell'arte cogliendone l'immediatezza e leggerezza astuta che contraddistingue la pop art. Per questo di passo in passo si ha la sensazione che Warhol sia sempre di più un amico di vecchia data che il mito geniale dell'arte contemporanea. 
Altro punto a favore che molte mamme apprezzeranno: esiste un percorso dedicato ai ragazzi dai 6 in su in cui l'audioguida racconta con scherzo e sagacia i quadri migliori dei 150 esposti e diverte anche loro senza appesantirli con discorsi "da grandi" ma regalando qualche aneddoto epurato da qualsiasi retroscena un po' troppo scabroso. Lascia, però, un avvertimento un po' ribelle: "amate la vita, sentite musica rock e disegnate il più possibile". Da zia confermo che è un buon suggerimento... voi da mamme che dite?

5 Le scarpe


Non sono impazzita: l'inizio della carriera di Warhol è stato diventare pubblicitario per le più grandi riviste di moda all'avanguardia dell'epoca (leggi le Bibbie del fashion come Vogue e Harper's Bazar) e buona parte delle sue prime immagini pubblicitarie erano proprio dedicate alle scarpe. Nella prima sala infatti si vedono i primi esempi in oro finemente decorati e con quell'aura di bellezza e regalità ben lontana dalla vivacità dei colori ma che a primo colpo fa innamorare qualsiasi fashionista che si rispetti e qualsiasi donna! Solo nei quadri maturi si trova qualche scarpa in technicolor ma è sempre resa fascinosa dai brillantini sullo sfondo della tela a coronare l'oggetto del desiderio in assoluto.


Praticamente è un'esposizione in cui ognuno troverà almeno un'opera di cui innamorarsi, in cui si scoprirà il genio della comunicazione associato all'uomo che si divertiva a vedere le cose da lontano e in cui il vostro animo assorbirà la positività e la forza del colore. Un invito a vivere la vita, a vedere le cose nel proprio modo, non vergognarsi di momenti di assoluta superficialità e...enjoy delle opere di uno dei migliori artisti degli ultimi tempi. 
Decisamente un evento da vivere e da segnare nell'agenda 2014 se ancora non l'avete fatto!

Per cui ecco il sito con tutte le informazioni da sapere prima del 9 marzo quando la mostra chiuderà: http://www.warholmilano.it

2 commenti:

  1. Le mani di Gesù dipinte da Leonardo nel Cenacolo, uniche nel dipinto, una con la palma verso il basso e l’altra verso l’altro indicano che Gesù era ambidestro come naturalmente era Leonardo e in parte Michelangelo Buonarroti? Non a caso Andy Warhol, genio anche lui, riprodusse, oltre il Cenacolo, serialmente la Gioconda e Marilyn che richiamano lo stesso volto archetipo. Cfr. ebook (amazon) di Ravecca Massimo: Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.

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  2. Si in onore della sua ultima mostra che si è tenuta a Milano ha dipinto il cenacolo nella sua versione pop che decisamente è da vedere. Una volta davanti a quella parete oltre alle riflessioni che riporti tu, viene spontaneo intravedere anche la tecnica della street art e di un mondo che generalmente è molto lontano dai musei. Per questo è una mostra che apre un po' la mente. :) Spero che anche la tua visita sia stata illuminante!:)

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