Biscotti di pasta frolla

16:46 Vale 0 Comments


Il segreto della bontà


Ieri sera mi sono ritrovata con un’app nuova da provare e la richiesta di fare i miei “famosi” biscotti buoni. Ho pensato di unire le esperienze per scrivere questo post. Che dite avrò fatto bene? Beh il risultato dell’app lo vedete qui di fianco, il risultato dei biscotti….beh dovrete farli voi e dirmi come sono! Ahahahah
La ricetta viene dal mio famoso giornale Crea e Decora ma secondo me se chiedete a nonne, zie o amiche pasticcere vi daranno più o meno gli stessi quantitativi e confermeranno che la frolla per fare i biscotti è un’ottima scelta. Iniziamo con ordine.

Ingredienti:
- 125 gr di burro a temperatura ambiente
-125 gr di zucchero
- 1 uovo
- 250 gr di farina
- 1 bustina di vaniglina
- cucchiaio e/o marisa (lecca pentola)
- formine taglia pasta a seconda dell’occasione per cui li fate
- pellicola per alimenti
- spazietto in frigo per mettere l’impasto a riposare 30 min.

Per prima cosa prendete una grande ciotola e unite burro e zucchero. Lavorate l’impasto affinché diventi una profumatissima crema e non si veda più lo zucchero. Unite l’uovo e continuate a mescolare finché non è ben amalgamato. Aggiungete la vaniglina e unitela all’impasto. Quando tutto avrà l’aspetto di un impasto morbido quasi come una crema iniziate a setacciare a pioggia la farina poco per volta. Ogni tanto intervallate il setacciare con una bella mescolata dell’impasto per far sì che la farina venga assorbita bene. Appena l’impasto raggiunge una certa consistenza e voi avete finito di setacciare la farina lavoratelo rapidamente con le mani e ricopritelo con la pellicola. Mettete tutto l’impasto in frigo per 30 minuti.
Passati i 30 minuti fate scaldare il forno a 180°, tirate fuori l’impasto e stendete su carta da forno cercando di mantenere uno spessore abbastanza alto (dicono di 4 mm circa). Una volta steso tagliate le formine con i taglia pasta a vostro piacere facendo attenzione di non mettere i biscotti troppo vicini. Se sono distanti pochi millimetri potrebbero attaccarsi anche se generalmente non è un impasto che lievita. Una volta finito di tagliare posizionate la carta forno sulle laccarde e mettete nel forno che ormai sarà arrivato a temperatura.
La cottura consigliata dalla ricetta è dai 10/15 minuti ma nel mio forno di solito ne bastano 8.
Una volta cotti e sfornati posizionateli su un piatto per farli raffreddare ben bene, poi conservateli in una latta o regalateli mettendoli in semplici sacchetti.

Ovviamente tra tempo di creazione impasto, riposo, taglio e cottura ci impiegherete almeno un 2 orette per cui fate bene i vostri calcoli e magari preparateli un giorno prima.

Per ora non ho sperimentato varianti durante l’impasto… mi sono solo lanciata nelle variazioni post cottura: intinti nel caffè, ricoperti di Nutella, gelato o pasta di zucchero,  contornati da frutta...sempre buooooni! Se voi sperimentate qualche variante…beh non esitate a scrivermi!:)

Enjoy un po’ di dolcezza e soprattutto buona Pasqua miei compagni pasticcioni!:)

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Extreme Week in Moscow di Mustang Wanted

17:46 Vale 0 Comments

La passione ad alta quota


Una volta il mio insegnante di fotografia ha detto che il lavoro o gli studi pregressi di un  fotografo influiscono molto su i suoi scatti e i soggetti che sceglie. Per cui Gabriele Basilico, che era architetto, ha inventato la fotografia architettonica, abbiamo visto come Christopher Maloney, autore televisivo, si è cimentanto nella FILMography e Alexia Sinclair, laureata in belle arti, ha inventato la sua collezione di tablaux The Regal Twelve.

Il fotografo che ho scoperto oggi ha decisamente un hobby (come lo chiama lui) fuori dal comune: è uno stuntman. Già il nome, Mustang Wanted, lascia abbastanza sbigottiti ma quello che decisamente lascia senza parole è la sua personale re-invenzione del genere “paesaggistico” cioè la urban landscape through the bird’s eye
Partiamo subito con il dire che sul sito sono presenti più scatti di lui all’interno del paesaggio mentre fa le sue acrobazie appeso a tetti, gru etc etc, che quelli effettivamente fatti dall’unica prospettiva "dell’occhio dell’uccello". Buona parte degli articoli che lo riguardano, purtroppo, si fossilizzano più a scrivere di come il suo “sport” sia estremo che ad analizzare le sue foto. Ciò che non viene detto, è quello che ovviamente colpisce di più noi reflexisti: la prospettiva che sceglie per i suoi scatti.

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Benvenuto presidente

18:46 Vale 0 Comments


Ridere per riflettere


È mercoledì e mi sono appena accorta che non parliamo di cinema da 2 settimane! Rimediamo subito con la recensione di Benvenuto Presidente, il nuovo film con Claudio Bisio.

Che film è? Inutile dirlo che si tratta di una commedia con la C maiuscola in cui le risate arrivano una dietro l'altra e, come in ogni film di Bisio, non sono forzate ma spontanee. Nel senso che la situazione iniziale è paradossale ma grazie alla sua recitazione Bisio rende il personaggio perfetto e fa sembrare naturali tutte le gag che ovviamente sono congegniate nei minimi dettagli. In questo film, diretto da Milani, la situazione paradossale è
 un governo di corrotti che, per rimandare le votazioni per l’elezione del presidente della Repubblica, vota all'unanimità un nome storico: Giuseppe Garibaldi. Lì entra in scena il sempliciotto bibliotecario di montagna interpretato da Bisio che, avendo tutti i requisiti, sale al governo e fa quello che farebbe ognuno di noi lì..o meglio quello che blateriamo di voler fare. 
No: non mi caverete il resto del film perché è bello che lo scopriate da soli e alla fine facciate la riflessione che il film propone senza che siate costretti dal mio pensiero.

Invece quello che posso dirvi sono due aspetti che mi sono subito saltati all'occhio durante la visione e mi hanno piacevolmente sorpreso: il primo è il cast e il secondo è la scenografia.

Al di là di Bisio che come potete immaginare anche in questo “benvenuto” è spettacolare, il cast è pieno di volti noti che non si vedono spesso al cinema: sono i bravi e molto spesso drammatici e seri attori delle varie fiction italiane. Sto parlando di Beppe Fiorello che in versione comica riesce ad avere credibilità e a mostrare bravura nel ruolo del politico con il pizzetto. Allo stesso modo “il Mimì” Cesare Bocci con quell'accento un po’ veneto e quel misto di allure seria e canzonatoria anima le gag fin dal primo minuto di film  affianzato dal “ruspante” Massimo Popolizio che dà quel tocco di romanità che fa tanto commedia all'italiana. Altra grande rivelazione è Kasia Smutniak che ricopre il ruolo della “bella intelligente che vuole distinguersi dal passato” dimostrando sia le sue doti da attrice drammatica che e sopratutto quelle da comica. C'è anche un suo cameo sonoro che evidenzia anche le doti canore. In generale è bell’esempio di donna a cui aspirare allontanandosi dagli esempi parlamentari di certe vicende del passato. Altri grandi camei sono quelli di Remo Girone, Lina Wertmuller, Piera degli Espositi, Pupi Avati…. e basta perché il resto dovete indovinarlo voi!;)

Dicevo che l’altro punto che mi ha piacevolmente sorpreso è la scenografia. Premettiamo che è un termine scorretto perché intendo non tanto la parte costruita o ricreata in cui è ambientato il film ma le riprese all’interno dei palazzi originali delle residenze sabaude e di Montecitorio come gli esterni del Quirinale. Guardando questi sfondi architettonici del film, continuavo a stupirmi della meravigliosità dell’architettura di questi palazzi esprimendo un tacito grazie al regista per averli portati sullo schermo. Insomma è un motivo in più che non mi ha fatto pentire di aver acquistato il biglietto e aver trascinato fidanzato e amici a vederlo. Se vi state chiedendo la veridicità delle riprese all'interno di Montecitorio, vi lascio leggere questo bell’articolo di Repubblica che conferma la presenza del set all'interno dell'aula parlamentare.

Quindi che voto dare a questo film? Come avrete capito e come immagino vi aspettiate, cari amici cinefili, ovviamente non è un film da annali ma decisamente vale un “enjoy” in tutta spensieratezza e con gli occhi grandi per vedere un lato del nostro parlamento meno legato alla politica ma più vicino alla bellezza che dovrebbe dimostrare. Poi, chissà, magari, come nei sogni, questo film potrebbe essere di buon auspicio per questa nostra vecchia Italia.

Intanto eccovi il trailer. 






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Grey’s anatomy

19:54 Vale 0 Comments


L'affascinante appuntamento del lunedì sera!


Lunedì scorso tra le lacrimucce ho assistito, come altri milioni di fan, al matrimonio di Miranda Baily e il suo Ben mentre moriva la moglie del capo Webber. Che roba ragazzi!
Ora, se siete fan come me, avete appena letto le righe qui sopra con un po’ di magone e una profonda comprensione. Se non siete fan vi state chiedendo perché ho scritto quella frase come se stessi parlando di persone che frequento normalmente nella mia vita. La risposta è che Grey’s anatomy è così: è talmente fatto bene che non riesce a non essere reale e a non entrare nella quotidianità dei suoi fan.
Se ne sono bene accorti i gestori di Fox Life che ogni lunedì sera per un nuovo episodio chiedono ai fan di condividere con loro le emozioni via Facebook e hanno appena lanciato l'hashtag #GreysAnatomyIT. Vi assicuro che ne scriviamo di ogni su quella pagina!
Quali sono i motivi per cui si diventa fan di una serie così? Come si fa ad avere un appuntamento fisso il lunedì sera per nove anni consecutivi e sentirne la mancanza quando finisce la stagione? Beh me lo sono chiesta per un bel po’di tempo … ed ecco le ragioni che mi sono data.

  1. I pensieri d’inizio e fine puntata. Grey’s anatomy è uno dei pochi telefilm (se non l’unico) ad iniziare senza riassunto e scaraventa lo spettatore nell’azione legata da un pensiero di Meredith (la protagonista) che introduce l’argomento della puntata.  Alla chiusura, dopo che si è vissuta tutta la vicenda dell’episodio,  riprende il pensiero di Meredith e collega quanto visto all’iniziale riflessione lasciando un insegnamento che il più delle volte è d’ispirazione. Non porta solo a pensare e a chiederti se anche tu avresti agito come Karev o Shepperd o se avresti decisamente optato per la decisione di Baily o altro, tante volte fa riflettere su una situazione simile che si è vissuta e sulle scelte fatte o in qualche modo prepara se una situazione simile dovesse accadere. Ogni fan ha almeno condiviso, messo “mi piace” o altro su una riflessione di Meredith o anche solo un pezzettino. Vale la pena leggerne qualcuna ogni tanto…guardare la fan page di  Grey’s anatomy italia per credere.

  2. Le vicende. Non sono necessariamente la trama: ogni puntata mette in luce una vicenda (arriva un nuovo caso clinico, c’è un incidente e qualche medico finisce male, c’è un nuovo turno di guardia etc etc) staccata dalla trama principale. A volte sono il sottofondo routinario della trama principale, altre sono i punti di svolta che cambiano completamente il racconto. Per me il segreto per cui si rimane incollati al televisore nonostante siano passate nove stagioni è proprio il fatto che le vicende mettono in luce spaccati di vita quotidiana che possono capitare anche nella nostra non da serie tv: dalla litigata con il capo, i problemi di coppia, l’affermare o superare se stessi o più semplicemente l’infinta ricerca dello straordinario in una situazione che sembra banalissima. Un po’ come gli “aggiornamenti” con i nostri amici che ci fanno crescere anche se non siamo noi i protagonisti delle loro vicende.

  3. La trama. Vi ho detto che è una serie che regge sulle vicende che si susseguono di volta in volta ma non è la signora in giallo! Grey’s Anatomy vanta una trama di tutto rispetto! Trama che viene sempre a galla ed è abbastanza complicata da non far mai capire se c’è uno schema pre-impostato alla base o meno. Si, abbiamo la protagonista assoluta Meredith Grey, “figlia d’arte” di un famoso medico chirurgo che ha scritto il libro che dà il nome alla serie, ma ci sono anche i suoi amici specializzandi a cui subentrano gli strutturati che sono insegnanti, fidanzati e mentori  finché ad un certo punto ricambiano di nuovo le carte in tavola. Ma torniamo con ordine alla dott.ssa Grey che in questi nove anni di serie ha trovato lavoro nell’ospedale dove operava la madre, s’innamora del neurochirurgo Shepperd che però è sposato, cresce da specializzanda a strutturato, si scontra con amici e diventa un personaggio a tutto tondo.  Lo so che sembra un' evoluzione abbastanza banale ma se guarderete un po’ di puntate vi renderete conto di come in realtà non lo sia per niente e, beh, a quel punto sarete voi i fan.

  4. La musica. Nonostante sia una serie incentrata sulla medicina e l’umanità, la musica ha un ruolo fondamentale. Ogni episodio prende il titolo di una famosa canzone anche se il più delle volte la traduzione italiana non rende giustizia o non ci riconduce con la memoria a quel pezzo in particolare. Basta guardare su wikipedia i nomi originali degli episodi (http://it.wikipedia.org/wiki/Grey's_Anatomy#Episodi) per trovare canzoni dei Beatles, Sheryl Crow, Rolling Stones e altre pietre miliari della musica internazionale. Non solo la musica è titolo dell’episodio: questa serie ha lanciato tantissimi bei pezzi come la ballad “How to save a life dei The Fray” o l’altrettanto incantevole “Chasing Cars degli Snow Patrol. A proposito di quest’ultima vi lascio una chicca dall’episodio musicale della settima stagione in cui tutti i protagonisti cantano i grandi successi delle stagioni passate: http://www.youtube.com/watch?v=l0kFkExdtFU

  5. i protagonisti. Devo dire che all’inizio non c’era nessun volto noto e quello che più attirava era il personaggio in sé che ogni singolo attore riusciva a rendere sullo schermo con una famigliarità notevole.  Ogni singolo personaggio, sin dai primi episodi, si presenta con un’insieme di sfumature che lo rendono completo e unico per cui difficilmente non ci si incuriosisce sulle loro sorti. Man mano che la serie ha riscosso successo non solo comparse famose( come Neve Campbell, Chris O’ Donnell, Abigail Bresslin etc etc) sono arrivate per impersonare qualche paziente o qualche personaggio di svolta ma è stato proprio  Grey’s anatomy a dare il lancio definitivo ad attrici come Katherine Heigl (la Dura verità, Molto incinta o 27 volte in bianco), Patrick Dempsey (Come d’incanto, appuntamento con l’amore, Transformers 3) o Eric Dane (X-Men conflitto finale, Io & Marley, Burlesque). Insomma questa serie è talmente  bella e fatta bene che è vera e propria palestra per scovare nuovi attori per i successi del grande schermo.

  6. Ultima ragione da non sottovalutare: il gergo. Non sto parlando di quello medico, che serve sempre specie quando lo si vede scritto in inglese (non si sa mai eh), ma del gergo usato dai personaggi che aggiungono nuove sfumature al loro carattere, specie quando acquisiscono i soprannomi ormai divenuti celebri tra i fan: dottor Stranamore, dottor bollore, la nazista (che non è assolutamente tale), Medusa, la “mia persona” e così via. Se trovate un’altra persona che sa cosa significa almeno uno dei soprannomi appena citati in un istante vi ritroverete a parlare di Grey’s come se conosceste amici comuni.

Insomma come avete capito c’è più di una ragione per diventare fan di questa serie televisiva e se anche la MRS Clinton, tra i suoi impegni, trova il tempo di sedersi in poltrona per il nuovo episodio di Grey’s anatomy, noi decisamente possiamo decretare un enjoy!

Non vi ho ancora convinto? Beh guardate un pezzetto dell’anteprima che Fox life ci ha concesso per tutta questa settimana in attesa che stasera inizi il nostro rito del lunedì.

Ci vediamo nei corridoi del Seattle Grace alle 21.00 su Fox life. ;)

Sito ufficiale: http://abc.go.com/shows/greys-anatomy/index
Sito Fox Life: http://www.foxlife.it/greys-anatomy?gclid=CM3nj4rEmLYCFUkd3godChAAgg

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Adv La Petite Robe Noire - Guerlain

18:02 Vale 0 Comments


L'essenza dello stile...anche grafico!

Ieri durante l’ora di pranzo mi sono imbattuta nel nuovo episodio dello spot di Petite robe noire di Guerlain. È da quando ho visto il primo spot della saga che mi sono innamorata di questo visual: lo trovo geniale e perfetto allo stesso tempo.

Dal sito http://www.theglamsideoflife.com
Niente top model , una grafica moderna e ben congeniata che riunisce gli elementi fondamentali del fashion contemporaneo con qualche accenno ai sixties (la canzone di Nancy Sinatra ne è la prova) e all’iconografia dell’eleganza.

Protagonista della saga è una donna stilizzata uscita dalla penna del duo Kuntzel+Deygas che identifica tutte le donne eleganti a cui non servono fronzoli per sedurre ed essere sempre al centro dell’attenzione. Vestita di petites robes noires che cambiano a seconda della situazione questa donna-essenza di classe si muove sinuosa come un nastro in uno scenario altrettanto giocoso e stilizzato. Tra il rosa e il bianco dello sfondo raccoglie gli sguardi di uomini surreali e distratti da giornali, tempo e quant’altro.

In questo capitolo appena uscito, poi, La petite robe (per dare un nome alla protagonista) sono tante donne che corrono a prepararsi e godersi uno stupendo party parigino ma solo una di loro, la vera, conquista l’uomo orologio da taschino. Un’allegoria carina, dolce e sexy quanto basta per far vedere la pubblicità e spingere a chiedersi se il profumo sia veramente così buono.

Insomma è un bellissimo esercizio di creatività che unisce la genialità dell’animazione, al gusto essenziale, alla strategia dello storytelling, al retrò e allo chic dipingendo un mondo da sogno a cui difficilmente l’occhio può sfuggire.

Oltre allo spot in sé vi suggerisco anche di vedere il filmato del making of dove la cara signora essenza è vero e proprio personaggio che presenzia con i due disegnatori e come una diva attende di vedere cosa le propongono!

Per cui cari lettori, enjoy la petite robe noir à Paris e non cercate di star fermi o di non canticchiare il pezzo: è impossibile!


Nuovo spot:


Making Of:


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Sisters di Jason Lee

12:02 Vale 0 Comments


Le monellerie sono un’arte preziosa



Abbiamo appena archiviato la festa del papà mettendo in un cassetto i vari lavoretti a forma di cravatta o i pensierini che gli abbiamo comprato… ma come ogni festa di tradizione anche questa deve valere tutto l'anno. Con la scusa più classica che mai, quindi, oggi parliamo del lavoro fotografico del papà Jason Lee.


Da un po' di tempo a questa parte su Pinterest è stato avvistato un collage verticale di foto di bambine pestifere che fanno le monellerie più impensabili del mondo. Il progetto “sisters” o “kristinaandkayla” (dal nome delle due bambine ritratte) nasce da un’esigenza molto pratica: la loro nonna era ricoverata in ospedale e le due piccole ogni due per tre avevano un piccolo malanno per cui non potevano andarla a trovare. Il padre, Jason Lee, per mostrare i progressi giornalieri alla nonna lontana, ha aperto il blog http://kristinandkayla.blogspot.it/ in cui postava e posta ogni giorno foto delle bambine. Ovviamente per far ridere la nonna e per attrarre le due protagoniste, che come tutti i bambini hanno l’argento vivo addosso e non si dedicano a pose di lunghe ore, Jason Lee ha deciso di esagerare ricreando situazioni al limite dell’assurdo in cui le due piccole risplendono e gli scatti sono talmente simpatici da non passare inosservati. Il più delle volte strappano un gran sorriso, in altri ci si preoccupa un po’(come quella del fotomontaggio con le candeline sulla testa di una piccola) e in altri si ammonisce il comportamento scorretto che il padre permette (si può scotch-are una bambina al muro?). Mi ricordo che sotto al fotomontaggio su Pinterest qualcuno aveva commentato scherzosamente (o meno non si sa) “ecco cosa succede a lasciare i papà soli a casa con i piccoli”.

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Pitbull - Feel This Moment ft. Christina Aguilera

14:00 Vale 0 Comments

Finalmente qualcuno che duetta con Pitbull e non il contrario!



Sulla pagina facebook di Christina Aguilera venerdì scorso è apparsa la foto backstage che vedete qui a sinistra per annunciare l'uscita del nuovo video di Christina e Pitbull.
Ovviamente data la fretta, il fuso orario e un po' di commissioni da fare ho perso la premiére dell'ennesima canzone dance in cui lei duetta con lui per rispolverare la carriere che tranquillamente ci si aspetta da due personaggi così.

Ricordandomi solo oggi del video ritorno sul mio profilo e...wow lo trovo proprio lì.
Play ed ecco la prima sorpresa è Pitbull feat Christina Aguilera. Una bella differenza rispetto alle altre canzoni dell'artista: in questa finalmente non è il famoso ospitato che svecchia il cantante di turno (JLo o Enrique Iglesias che sia) ma finalmente è qualcuno che duetta con lui e il caro Pitbull diventa protagonista.

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Pita time!

22:04 Vale 0 Comments

Sognando la Grecia



E' da un po' di tempo che non parliamo di ricette su questo blog: rimediamo subito!
Sabato sera, presi da un raptus vacanziero, io e i miei amici abbiamo organizzato una cena greca casalinga.  
Basandoci sulle ricette di giallo zafferano (ricetta piatto forte: http://ricette.giallozafferano.it/Gyros.html) abbiamo ricreato l'atmosfera ellenica tra feta, tzaziki, carne e sopratutto pita. 

"Sopratutto" perché la pita è stata affidata a me e come potete immaginare è stata un'avventura.

Allora la prima scoperta che ho fatto è che tecnicamente è un impasto abbastanza semplice ed è impossibile che non venga bene, la seconda è che richiede una certa "siesta" lunga e in due tempi sotto la luce del forno per lievitare e quindi ha bisogno di tempo. Fondamentale quindi diventa l'organizzazione per farle. Ma partiamo con ordine:
ecco la ricetta da giallo zafferano (http://ricette.giallozafferano.it/Pita.html)



Ingredienti x 8 pita: 
250 gr di farina normale
250 gr di farina Manitoba
4 gr di lievito di birra disidrato (se siete abituati con quello fresco cliccate il link sopra)
300 ml di acqua tiepida (io ho usato quella del rubinetto)
30 gr di olio 
12 gr di sale
1 cucchiaino di zucchero (per far reagire il lievito)
2 ciotole capienti (di cui una da oleare)
1 ciotolina
carta da forno e pellicola
2 laccarde 
forno con luce interna

Innanzitutto setacciate le due farine in una terrina abbastanza capiente, poi fate reagire il lievito con lo zucchero e un po' di acqua tiepida in una ciotolina a parte. Unite poi il composto alla farina setacciata. Date una prima mescolata e iniziate ad impastare con le mani.  Nell'acqua mettete olio e sale, il cui miscuglio va aggiunto a filo all'impasto che state lavorando. Ora non fate come me: accertatevi che il sale sciolto in acqua sia caduto nell'impasto e non sia rimasto all'interno della caraffa o correre all'ultimo per metterlo sarà un'ardua impresa.

Impastate ben bene e tirate fuori l'impasto dalla ciotola per aiutarvi a renderlo il più liscio ed omogeneo possibile. Prendete la seconda ciotola capiente e oliatela bene, mettete l'impasto lì e copritelo con della pellicola.
Mettete l'intera ciotola con l'impasto a lievitare per 2 ore nel forno spento ma con la luce accesa (questo per me è stato uno dei passaggi più complicati...il mio forno abituale non ha la luce!!!).

Passate le due ore fate 8 palline da 100 grammi l'una e stendetele su carta da forno.
Ho scoperto poi che più le fate sottili meglio vengono: il top sarebbe 2 millimetri di spessore. 
Una volta stese spennellatele con un'emulsione di olio e acqua per farle rimanere basse.
Qui parte la parte complicata: lasciatele lievitare per ulteriori 40 minuti sotto la luce e coperte da pellicola.
Io (che da genio ho raddoppiato anche le dosi) dalla disperazione ho usato anche la luce sotto la cappa!
Passati i 40 minuti accendete il forno a 250° e lasciatelo riscaldare con le leccarde del forno inserite. A temperatura sfornate le leccarde calde e mettete le vostre pite (nel mio caso erano 2 a due) a cuocere per 5 minuti senza girarle.
Passati i 5 minuti controllate la parte sotto della pita: se sono lievemente bruciate intorno e se il sopra assomiglia ad una focaccia, allora gustatevi le vostre pita. Altrimenti tenetele in forno per qualche minuto finché non raggiungeranno l'aspetto di cui sopra.

Da turisti per caso: http://turistipercaso.it/grecia/image/45729/
Ora devo ammettere che senza i due maschietti che hanno diretto l'operazione "cottura pita" il mio esperimento sarebbe stato un disastro! Per cui oltre a ringraziarli pubblicamente, prometto che la prossima volta farò l'impasto al mattino per la sera o il giorno prima visto che in un sacchetto di plastica ben chiuso si conservano perfettamente.


Morale dell'avventura? Organizzatevi bene e vedrete che sarà una bella scorpacciata di pita e voi sarete più rilassate di me durante la serata!
απολαύσετε πίτα  che vuol dire enjoy pita!:)


P.s. mi scuso se non ci sono foto ufficiali ma le mani impastate non permettevano la presa della mia preziosa Nikon! ahahah

P.s. 2 : Grazie a Giallo Zafferano per la foto ufficiale e le ricette! Copyright loro, varianti e "genialate" mie. Grazie a Turisti per caso per la foto qui sopra!;) 

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Conclave: come la storia ci vede cambiati!

15:54 Vale 0 Comments

2005-2013: in due foto, due mondi.


È da ieri sera che sui vari social network vedo questo fotomontaggio pubblicato da NBC news con le foto di Luca Bruno e Michael Sohn/AP. Le due foto accostate e le due date si riferiscono agli ultimi due conclavi che abbiamo visto: il primo quello che eletto Benedetto XVI e il secondo, quello di qualche giorno fa, che ci ha dato il papa Francesco.
Ora quello che è immediatamente visibile è il cambiamento di “luce” e device utilizzati per ritrarre i momenti importanti. Vedendo questa foto mi sorgono due riflessioni riassumibili in questo domanda e risposta: ma vi rendete conto di quanto siamo cambiati in 8 anni? La fotografia, che memoria stupenda!

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#creativemarch: Food mini series by Red

18:57 Vale 0 Comments


I'll be posting on pic a day in March on instagram (follow @redhongyi), to push myself to be creative everyday.*



Bene, il lavoro di questo post appartiene a quel tipo di arte che è difficile etichettare. Non è fotografia ma non è pittura, men che meno è scrittura ed è decisamente lontana dal sacro fuoco del cinema. Cos'è?  Eh… dovete deciderlo voi.
L’autrice Red Hong si autodefinisce un'artista-architetta che ama dipingere ma senza usare nessun tipo di pennello. Infatti, la sua arte è fatta di tracce create da cibo, macchie di caffè, di bustine di tea, di semi, fiori… qualsiasi cosa che assemblata o assembrata che dir si voglia, crea un disegno e un preciso soggetto diventando un quadro vero e proprio.
Uno dei suoi lavori che mi ha colpito di più, e anche la fondamentale ragione per cui l’ho etichettato sotto "fotografia", è food art mini series. Caratteristica base del progetto? Postare ogni giorno, per tutto il mese di marzo, su Instagram una foto di un piatto bianco con parti di cibo che raffigurano un soggetto, una scena o un quadro.
Abbiamo già parlato della fotografia dedicata al food (vedi Pantone Food di Alison Anselot) e di come sia difficile per via della luce e l’inespressività data dai piatti che in genere sono soggetti inanimati. Beh, Red va oltre la normale fotografia food: crea proprio un’immagine a partire dal cibo ritratto. Si può dire che ogni piatto abbia una sua personalità. 
Non tanto perché quel che è cucinato è impiattato divinamente ma perché sono ritratti soggetti veri e propri solo con l’aiuto del cibo e della sua disposizione su un fondo perfettamente bianco. L’effetto è sorprendente: ad un’occhiata veloce e distratta si stenta a credere di vedere della salsa di soia a forma di persona, delle carote come peli di tigre o un ketchup diventare la celebre Campbell Soup di Warhol.
Se si pensa, poi, che è stato lanciato il primo di marzo solo per recuperare un po’ di creatività... beh, è un esperimento che viene voglia di seguire e promuovere. Non dico imitare perché è tecnicamente impossibile da replicare. Red stessa ammette che ogni tanto la prima idea del piatto viene bocciata e “riciclata” per il suo cane. (-->).
Insomma un soggetto tutto fuorché facile e un’idea decisamente dirompente che decisamente si merita un enjoy! Per cui attendiamo la nuova pubblicazione di domani.


Account twitter Red: http://twitter.com/ohiseeRED

Sito ufficiale:   http://www.redhongyi.com/



* traduzione quote di RED: posterò una foto ogni giorno del mese di Marzo su instragram (seguite @redhongyi), per spingere me stessa a essere creativa ogni giorno

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Socialmatic: la fotocamera di Instagram

18:40 Vale 0 Comments


Ci darà un nuovo genere o sarà vilipendio al 50mm?


Settimana scorsa, mentre su questo blog regnavano 3 post dedicati alla fotografia (vedi DAU, Follow me to.. e The Regal Twelve) è uscita una news importante per questo mondo. 

Non riguarda grandi fotografi o qualche nuovo progetto interessante ma riguarda un device: Socialmatic. Targata Instagram e congeniata con Polaroid, questa nuova digitale sarà diversa dalle attuali su mercato perché avrà la forma compatta e retrò dell’icona del noto social network, permetterà una condivisione su social istantanea grazie ad una memoria 16 GB e la connettività wi-fi/3G e soprattutto darà modo di stampare immediatamente quanto scattato. Quello che poi si preannuncia rivoluzionario sarà la compattezza e la leggerezza che nulla andranno a togliere alla qualità degli scatti. Insomma una polaroid 2.0, una digitale all inclusive… un nuovo mezzo. 

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The vampire diaries

16:00 Vale 0 Comments

7 golosi motivi per appassionarsi a questa serie



"Per più di un secolo ho vissuto nel segreto, nascosto nell'ombra, solo al mondo...
fino ad ora.
Sono un vampiro e questa è la mia storia."

(dal diario di Stefan Salvatore)

Confesso che ho ceduto: dopo ripetuti inviti a vedere e appassionarmi alla serie Vampire Diaries, che ho sempre aggirato a piè pari,… mi sono convinta a guardarne i primi episodi. 

In un lampo mi sono ritrovata a metà della prima serie e ora sto divorando gli ultimi episodi prima di passare alla seconda stagione. Come mai questa voracità? 

Ecco le mie succulente ragioni per continuare a vederla:

  1. Si parla di vampiri, ma non se ne sceglie un tipo. Ci sono i vampiri buoni alla Twilight e i vampiri demoni alla Buffy, vampiri che sono prima buoni poi cedono e viceversa. Vista in questa prospettiva, per quanto assurdo sia, si rendono i personaggi più credibili e vedendoli a 360° gradi si capisce finalmente perché piacciono tanto i vampiri: ogni loro singola pulsione è amplificata a dismisura per cui vivono tutto in modo passionalmente estremo. Questa scelta intelligente e abbastanza furba rende interessante la storia non facendo mai capire quando i buoni cadranno preda dei cattivi e i cattivi saranno intrappolati dai buoni. Per capire questa frase intricata vi basterà vedere la seconda puntata in cui i due fratelli protagonisti, Stefan e Demon, si ritrovano faccia a faccia e iniziano l’azione del telefilm.

  2. La trama è molto di più di quel che ci si aspetta all'inizio  Si parte dalla storia d’amore teen impossibile tra la coppia umano-vampiro per poi dilagare nelle leggende storiche della comunità di Mystic Falls. Non ci sono solo vampiri ma streghe, ammazza vampiri, diari di avi che scoprivano l’occulto, studiosi attuali della magia che in qualche modo complicano la trama, spiegano le leggende invogliando lo spettatore a capirci di più e a seguirne il tutto come un thriller mozzafiato. Anche per la trama ci si avvicina più all'idea del famoso antenato Buffy ammazza vampiri che agli esempi più attuali. Questo risulta il punto più vincente: le storie d'amore da telefilm tendono a cristallizzarsi, le leggende danno più spunti di evoluzione della trama.

  3. I rimandi e le citazioni sono ben congeniati ed inseriti in modo spontaneo nella narrazione. Interessante vedere come Demon ride della storia di Twilight o Stefan parli del personaggio comics Van Helsing con disinvoltura o ancora Elena che apostrofa l’amica con il nome di Brumilda che è sia protagonista dello stesso fumetto e recentemente è entrata nel mondo di Tarantino con Django. Secondo Wikipedia, poi, la traduzione italiana non rende molto giustizia ad altri modi di dire tipici del mondo americano che rimandando a film, libri o serie tv rendendo i protagonisti parte della vita quotidiana e soprattutto dando frutto a possibili nuovi modi di dire nella lingua corrente.

  4. Se il tono generale tra leggende, miti, vampiri e morte è quello del thriller, dell’horror con veri e propri momenti da fiato sospeso… una delle componenti fondamentali è, però, giocata dall’ironia. Ironia che è quasi tutta istigata da Demon: tra il vedere la realtà da vampiro (famosissima la scena “sono in rosticceria” mentre brucia i corpi di alcune sue vittime nell'episodio 1x06), prendere in giro il fratello (come in quando i due si imitano l’un l’altro per scoprire cosa tramano nell'episodio 1x09) o semplicemente cercare di affascinare gentili fanciulle, il personaggio di Demon riesce a dare quel tocco di ilarità che fa “digerire” le scene più cruente o le più banali.

  5. Il sussulto. Si avete letto giusto. In ogni puntata che siate paurosi o coraggiosi vi ritroverete a balzare sulla sedia. Non tanto perché vedrete sangue spruzzato in giro, non tanto per esplosioni ma semplicemente perché il vampiro si palesa dietro un personaggio umano. Giuro che ogni volta, pur magari sapendolo perché ho già visto la scena, salto sulla sedia. È incontrollabile. È il motivo per cui vi accorgerete che questa serie ha quella marcia in più che vi costringe a guardarla. Fra l'altro il sussulto qui viene utilizzato come l'ironia: amplifica la suspense e sveglia nelle scene più placide.

  6. Il cast. Non è da sottovalutare come motivo “goloso”. Se Elena è davvero bella e carina per cui i maschietti potranno adorarla, la componente maschile è davvero notevole. Dal fratello Demon (Ian Somerhalder) al fratello Stefan (Paul Wesley) fino ad arrivare al quarterback Tyler Lockwood (Michael Trevino), all'insegnante di storia Alaric Saltzman (Matthew Devis) e il piccolo Jeremy Gilbert (Steven R Mc Queen). Nel mio "gruppo d'ascolto" lo schieramento pro Demon è notevolmente popolato ma bisogna ammettere che ogni maschietto di Mystic Falls ha il suo perché.

  7. ultimo delizioso motivo sono gli oggetti. A partire dal diario che è il mezzo sia per scoprire i pensieri profondi dei protagonisti (Stefan e Elena) che quello per tramandare gli insegnamenti degli avi, ci sono tutta una serie di anelli di famiglia, grimori di streghe, bussole e gioielli che aiutano nel trovare vampiri, proteggere umani, affascinare lo spettatore. Molto simile al mondo leggendario della fortunata serie tv Streghe (Charmed), gli oggetti spiegano e infittiscono la storia dandole un senso.

Insomma sette buone ragioni per abbandonarsi alla serie successiva (nel mio caso) o prepararsi all'appuntamento con la seconda serie il mercoledì a mezzanotte su italia uno oppure con la quarta serie trasmessa ogni giovedì alle 21.15 sul canale Mya.

Enjoy the vampire diaries

Intanto qui trovate qualche link utile:
- sito ufficiale in inglese: http://www.cwtv.com/shows/the-vampire-diaries
- servizio fotografico di Entratainement weekly da cui ho preso la foto di questo post che ben esemplifica il rapporto tra i 3 protagonisti: http://popwatch.ew.com/2012/02/08/this-weeks-cover-vampire-diaries/

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Il grande e potente Oz

13:18 Vale 0 Comments

La riscossa dell'imbroglione


Finalmente sono riuscita a vedere uno dei film che aspettavo di più in questo 2013! Devo dire che nonostante la voglia di vederlo non mi sono preparata granché: non ho letto libri, non ho guardato i vecchi film con Dorothy dalle scarpette rosse e non mi sono nemmeno lasciata tentare da trailer e recensioni. Sapevo giusto che sarebbe stato un pre-quel. Motivo? Volevo essere sorpresa fino in fondo. Obiettivo raggiunto? In parte. Con questo non voglio dire che non sia un film bello, anzi, semplicemente mi aspettavo più magia ( vietato scrivere di più o roviniamo la storia).
Detto ciò passiamo in rassegna i temi importanti che pesano per il voto finale.
La storia innanzitutto. È ben raccontata anche se non osa grandi intrecci (in fin dei conti è sempre un film per ragazzi), scorre piacevolmente, affascina quel che basta e rispolvera un po' di buoni valori tipici del romanzo di crescita. Uno degli elementi che più vi colpirà  è la buona combinazione tra effetti speciali e narrazione che decisamente fanno pendere l'ago della bilancia verso la qualità per entrambi i punti.

Peso di qualità va anche per il cast: il "gallo del pollaio" James Franco con il suo fascino non convenzionale da cattivo con il cuore d'oro centra in pieno il personaggio del mago mentre le streghe Mila Kunis, Michelle Williams e Rechel Weisz piacciono ancor di più. La prima dolce ingenua, la seconda più fata più che strega e la terza di una cattiveria malefica irresistibile. Non stupisce che siano diventate icone di stile ispirando collezioni make up in loro onore. Insomma convincono tutti e quattro senza nessuna remora. Anche l'altro unico maschietto in carne e ossa, Zach Braff (ex protagonista di Scrubs) risulta essere perfetto nel ruolo da assistente e come al solito mi ispira una grande tenerezza.

Ultimo motivo per cui possiamo dire che questo film passa comunque l'esame e prende un enjoy pieno? Le musiche. Firmate Denny Elfman, tra l'altro uno dei miei compositori preferiti, unisce melodie incantevoli e inusuali come solo lui sa comporre a immagini uniche. Se in mezzo ai colori del regno di Oz ascolterete bene le note vi renderete conto della loro meravigliosità e vi chiederete se forse non si può iniziare a parlare di Oscar.

Insomma di cose da vedere per controbattere il mio commento ne avete, quindi enjoy it al cinema!

P.s. per chi l'ha già visto: ma secondo voi è un'allegoria dei tempi moderni o solo un romanzo di crescita?

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The Regal Twelve di Alexia Sinclair

18:01 Vale 0 Comments

Le donne della storia per ricordarci chi possiamo essere

Photos from Alexia Sinclair 


Per chiudere questa settimana dove la fotografia è stata protagonista (vedi DAU e follow me to...) e per celebrare noi donne nella giornata della nostra festa, ho deciso di presentarvi il lavoro di questa fotografa australiana che sembra essere un nuovo nastro nascente nel panorama, Alexia Sinclair.

Nonostante il cognome simile al dj famoso non sembrano condividere molto se non forse il gusto per la tecnologia nel loro lavoro. Alexia Sinclair è sia un'ottima fotografa che una maga del fotoritocco con cui aggiunge elementi finali ai suoi tableau.

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Follow me to... (di Murad Osman)

13:30 Vale 0 Comments

La nuova travel photography


Ritorniamo a parlare di fotografia e soprattutto di nuovi generi che sorgono. Dopo la FILMography di Maloney e il progetto DAU di Matter oggi vi presento quello che diventerà il tormentone virale del 2013. 



Se non lo sarà perché oltre manica si è già un po’ smorzato sono sicura che riscoppierà nelle foto album delle vacanze dei vostri amici FB. Come faccio ad esserne così sicura? Perché Osman ha unito la fotografia di ritratto e quella paesaggistica cambiando completamente faccia alla travel photography.

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Harlem Shake

21:58 Vale 0 Comments


Arridatece la maccarena piuttosto!


Qualche giorno fa ero in macchina e ascoltavo la classifica di radio Deejay chiamata 50 songs. Al non-mi-ricordo-quale-posto c’era una nuova hit, Harlem Shake, che Albertino ha presentato come il futuro tormentone dell’estate 2013 e il nuovo Gangnam style, anzi a dir suo, ancora più dirompente visto che questo pezzo favorisce chi non sa ballare.

Dopo aver ascoltato qualche minuto la canzone che non so neanch’io come ho fatto ad ascoltare (dite che sono già entrata nel loop “vecchia”?) e il mio sconcerto nel constatare che sarebbe diventata la canzone simbolo di quest’estate, ho iniziato qualche piccola ricerca.

Innanzitutto ho scoperto e capito che non è tanto la canzone ad essere diventata famosa e essere arrivata alla numero uno di Billboard per il suo mix “eccezionale”: è il video che hanno fatto 5 ragazzi australiani chiamati The Sunny Coast Skate ad aver attratto popolarità. Popolarità che per un metodo di audit basato su youtube si è riflessa sulla hit facendola arrivare al primo posto. Detto questo, in cosa consiste il video? Su 30 secondi di musica di Baauer (è il DJ della canzone) i 5 cinque hanno creato una sorta di coreografia che viene replicata da buona parte degli altri utenti youtube in diversi scenari sempre più disparati.

La "sorta di coreografia" è: un tizio con qualche accessorio molto strano (leggi casco o sacchetto di carta in testa) irrompe con un balletto scoordinato in mezzo ad un gruppo di persone pacifiche e calmissime che tendono ad ignorarlo fino al primo stacco. Lì con un taglio viene aggiunta la scena successiva in cui tutti i presenti si animano e ballano senza senso ovunque nello spazio e tutti sono accessoriati con oggetti assurdi.

Ora, posso capire la bellezza del lasciarsi andare al di là della tecnica ferrea di piroette, attitudes e jeté ma ragazzi…nooooo... che roba è?!? Sarò ancora della vecchia guardia ma preferisco i ballerini improvvisati di Full monty, la danza sfigata di Hugh Grant/Primo ministro in Love actually e addirittura potrei spezzare una lancia per l’orribile Macarena che ci siamo sorbiti durante gli anni’90 piuttosto….ma questo come ballo dell’estate proprio no.

Per me è un not enjoy sulla pista da ballo e al massimo potrei arrivare a paragonarlo al video Call me maybe che gli sportivi americani fecero durante le ultime olimpiadi...ma solo perchè molti sportivi si cimentano per parlare con i loro fan. Nulla più eh!

In ogni caso se volete dare un occhio alla creatività di quanti si sono lanciati in questa moda ecco qualche link:


Miami HEAT edition: http://youtu.be/Ir2TdfSwH8g
Asganaway Edition by Radio Deejay: http://youtu.be/KylyJyipPDo

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Dancers among us di Jordan Matter

17:46 Vale 0 Comments

Le emozioni del quotidiano    

  

Non è vero che certe ricerche senza meta non conducono a scoperte. Ogni tanto ci ritroviamo di fronte a grandi idee senza nemmeno aver faticato tanto. In due righe questo è ciò che mi è successo sabato pomeriggio: digitando a caso dance photography sono arrivata a scoprire DAU di Jordan Matter.

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Non Fidarti Della Str.. Dell'Interno 23

10:54 Vale 0 Comments

L'importanza del titolo

Da Wikipedia
Ok non si può guardare una serie e definirla alla prime quattro puntate. In genere però le prime puntate svelano già se si sta guardando un successo destinato ad arrivare a gloriose stagioni (vedi Friends con le sue 10 stagioni, Grey’s anatomy con 9 etc etc)  o a rimanere nella mente di tutti quando pensiamo a situazioni comiche (come Will e Grace) a momenti imbarazzanti (Scrubs) a grandi intrighi ( Desperate Housewife tra gli altri). Sappiamo anche se in realtà quel successo sperato è solo il preludio di un’unica stagione perché è una storia che non spacca come lo sfigato The Ex List (cancellato prima che potesse iniziare sul serio) e l’incompreso Kitchen confidential. 
Questo “Non fidarti della Str.. dell’interno 23” mi sembrava con un titolo abbastanza strano e curioso… così momento relax e zero pregiudizi alla mano mi sono appostata davanti allo schermo.

Ecco i punti salienti che mi hanno fatto dare il mio voto finale:


  • Il cast : abbiamo il volto noto Krysten Ritter, James Van Der Beek alias il Dawson dell’omonimo telefilm e la sconosciuta Dreama Walker. La prima l’avete vista in commedie come Notte brava a Las Vegas o I love Shopping (non era la protagonista in nessuna delle due)e il secondo stranamente interpreta se stesso ma in una versione che a mio giudizio è stata troppo scritta da altri e sembra fin anche l’estensione del video di Kesha a cui ha partecipato. La terza ha fatto qualche personaggio minore in grandi serie tv ma sinceramente era talmente diversa da non riconoscerla se non attraverso l’uso di wikipedia. La domanda quindi sorge lampante: chi dei tre doveva essere il punto cardine? Considerate che nessuno dei tre è propriamente protagonista: la prima sarebbe la famigerata St.. ma non parla mai in prima persona, il secondo si vede più come cammeo o personaggio minore , la terza invece racconta in prima persona ma cede volentieri il passo agli altri. Ripeto: quindi chi dei tre doveva essere il punto cardine?
  • la trama: la dolce June si trasferisce a New York per iniziare un nuovo lavoro e vivere in un bellissimo appartamento finchè il suo fidanzato non la raggiungerà per sposarla…ma lo scenario cambia drasticamente quando scopre che l’azienda per cui deve lavorare è fallita ed è in mezzo ad una strada. Rispondendo ad un annuncio si ritrova ad essere la nuova coinquilina della bizzarra e sociopatica Chloe che si rivela molto diversa da lei e da quel che ci si aspetta (la truffa senza mezzi termini ma poi diventano amiche). 
    Decisamente scritta così invoglia, peccato che la sorpresa e la curiosità di vedere come progredisce l’amicizia delle due regga per due puntate poi si appiattisca a causa di una storia che fatica parecchio a svilupparsi e diventare qualcosa a cui appassionarsi. 
    Vi state chiedendo cosa c’entra con queste due Van Der Beek? Ogni tanto nella puntata sbuca fuori e fa l’attore fallito che non riesce a levarsi di dosso il personaggio che l’ha reso famoso…ma sinceramente non sembra né vero né convincente.

  • la sigla: contrariamente ai due punti precedenti mi piace molto. Veloce, con una buona grafica e un motivetto che rimane in testa. Si ce la vedrei bene come suoneria del telefono.

Come avete capito a malincuore decreto un “not enjoy” per questa serie da cui sinceramente mi aspettavo di più. Avrei preferito che anziché aggiungere stranezze ai personaggi per renderli politicamente scorretti e diversi a tutti i costi, i cari autori avessero investito un po’ di più sulla storia e magari su sketch comici alla Scrubs o Will & Grace.
Un gran peccato perché il cast poteva dare di più in quei quasi 21 minuti per puntata.
Se proprio volete vederlo tenetelo come il tappa-buchi se non avete molto da fare…anche perché Wikipedia dice che ci ha regalato, grazie al cielo, solo due stagioni.

Se volete comunque vederla per giudicare voi stessi se merita o meno ecco il sito del canale FOX dove viene trasmessa: http://www.foxtv.it/non-fidarti-della-s-dellinterno-23/magazine/articolo/non-fidarti-della-s-dellinterno-23-risate-e-cattiveria

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ADV: digital signage 2.0 per Ultrabook Intel

09:28 Vale 0 Comments

D’accordo mi ero ripromessa che non avrei mai parlato di Adv e forme di pubblicità in questo blog per una svariata serie di ragioni ma… ma… ma non si può mutare completamente il dna di una donna di comunicazione!
Il casus belli che mi porta a scrivere e a mostrarvi un bell'esempio del genere adv non convenzionale e 2.0 è la pubblicità di Intel per il loro nuovo Ultrabooktm che il guru Morihiro Harano ha creato sfruttando quel che tra tecnici si definisce “digital signage” e “flash mob”.
Il concetto del primo è semplice: far passare un messaggio animato su uno schermo digitale piuttosto grande. Il secondo, invece, si fonda sull'improvvisazione, l’esperienza e il momento all'apparenza meno opportuno ma in realtà perfetto. Su questi due pilastri del marketing non convenzionale nasce questo video che in un modo o nell'altro vi farà esclamare: “Nooo troppo bello” perché per la prima volta vedrete il vostro pc vissuto in un altro modo, che fa nuove cose e con potenzialità decisamente avanzate. Svecchiando il primo e digitalizzando il secondo il risultato è decisamente buono e abbastanza virale da portare molte persone a vederlo, condividerlo e commentarlo come vuole la grande scuola del Marketing Non Convenzionale.

Probabilmente mentre vedrete il video vi scapperà anche un “non avrei mai pensato che..” e in quel momento il caro Harano si godrà il complimento implicito che piace tanto ai creatori di idee e ai comunicatori.
Già c’è chi vive per quel momento, per cui enjoy questo bell'esempio di adv creativo e date un po’ di soddisfazione al collega nipponico.


P.s. un grazie all'articolo istigatore che senza saperlo ha ispirato questo post: http://thebizloft.com/digital-signage-nuovi-forma/?goback=%2Egde_1277987_member_218339333

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