Ti sei specializzata nella fotografia di gravidanza da tanti anni. Cosa ti ha attratto di più di questo genere?
All'inizio la mera estetica: ero attratta dalla rotondità e dalla modificazione della forma che, nonostante tutto, conserva un equilibrio non indifferente. Mi piacciono le trasformazioni importanti e gli sconvolgimenti positivi, e con il tempo ho capito che non sempre le donne sono pronte a vedere il loro corpo modificarsi in quel modo.
Inoltre mi piacciono le storie, il mio lavoro consiste proprio in questo: la gravidanza è un evento momentaneo, che dura molto poco. Mi piaceva l'idea di raccontare quella storia che persiste solo qualche mese, e che non sempre viene vissuto con piena consapevolezza.
Le mamme spesso non vedono la bellezza della loro trasformazione. Come riesci a metterle a loro agio davanti all'obiettivo?
Come ho detto prima, parlo molto con loro: si tratta di allenamento, non ci sono risposte standard o comportamenti "protocollati". Dopo tante persone incontrate, credo di aver sviluppato una sensibilità che mi consente una risposta pronta di fronte a eventuali smarrimenti. Il loro corpo è bello così com'è, e cerco di valorizzarle con pose naturali e non troppo rigide, rassicurandole spesso sulla bellezza del loro aspetto.
La foto che scatti è frutto di un lungo lavoro di immaginazione preparatorio o è dettata dal momento?
Dico sempre che le fotografie (parlo delle mie) devono essere come un abito cucito su misura. Quindi, se non ho la possibilità di incontrare la persona prima del set per una chiacchierata in studio, investo del tempo per una lunga telefonata. Voglio capire quale registro usare durante il set, se la persona che mi troverò davanti ha un'immagine di sé più spiritosa o più intima, più o meno scoperta, più o meno colorata.
Ho notato che affinché il risultato sia soddisfacente e personalizzato, è importante il connubio tra due atteggiamenti: io devo essere aperta e disponibile all'ascolto e, sulla base di quanto raccolgo, fornire spunti prima del servizio; la persona fotografata si deve fidare di me, e lasciarsi guidare.
Per lo stesso motivo, il giorno del set non mi comporto come se si dovesse fare una foto tessera "ciao e via sul fondale": ci prendiamo prima un momento per parlare, per iniziare a respirare l'atmosfera del momento ed entrare reciprocamente in sintonia.
Tra Pinterest e il mondo UK che ama annunciare la nascita attraverso le foto sono nati tanti generi e tipi di pose. Da quella con tutta la famiglia a quella con il papà che imita la pancia fino a quelle come le star senza veli. Quali sono le più richieste tra le tue clienti nella realtà?
Diciamo che le persone che arrivano da me, nella maggior parte dei casi, non hanno un'idea ben definita. Mi fanno richieste generiche riguardanti alcuni mood visti sul mio sito. Soprattutto però si affidano a me e alla mia creatività, un aspetto che apprezzo molto perché mi lascia un margine di interpretazione delle persone, ingrediente fondamentale per l'originalità e l'esclusività del risultato.
Sono richieste le foto della coppia insieme alla pancia (fulcro della famiglia!) e foto con altri componenti del nucleo (fratelli maggiori o amici a quattro zampe).
Diciamo che cerco, a volte, di consigliare e suggerire le diverse richieste mantenendo una base fondamentale di buongusto.
In tanti anni e in tante immagini qual è stato il set che ricorderai per sempre con un sorriso?
Ricordo quasi ogni servizio che ho realizzato. Diciamo che ricordo ancora con il sorriso un set newborn in cui il padre, decisamente rilassato, si è addormentato sul divano mentre il neonato non ne voleva sapere di chiudere gli occhi.
Tra i papà e i bambini quali sono gli accompagnatori più difficili da accontentare davanti all'obiettivo e perché?
Se si tratta di foto di gravidanza, la regina della festa è (nella mia visione) la futura mamma: quindi in ogni caso è a lei che mi rivolgo per assecondare i suoi desideri. Sarà protagonista ancora per poco, e desidero che si goda questo momento..
I più impegnativi da gestire, in ogni caso, sono i fratellini maggiori, che spesso hanno 2-3 anni e non sono sempre collaborativi con risposte da telecomando. Negli anni, ho sviluppato le mie strategie, specifiche per ogni situazione (ovviamente non pianificata).
Dopo aver fotografato tante pance tu ti stai sempre di più specializzando anche nella fotografia new born. Ci racconti in cosa consiste?
La fotografia newborn è un settore per me molto entusiasmante. I bambini vengono fotografati tra i 7 e i 14 giorni (meglio se sono sotto i 10) di vita. In questa fase dormono molto, la loro muscolatura è piuttosto elastica e cadono in lunghi momenti di sonno profondo in cui possono essere messi in splendide posizioni.La sessione è piuttosto lunga, impegnativa, e non deve dare retta all'orologio: può durare anche 4 ore!
Da fuori, guardando le foto candide e pure, respiri un'atmosfera rose e fiori, cosciotti morbidi e sorrisini, immagini che probabilmente profumano di bambini. Non è così, o meglio non solo. Durante la sessione mi ritrovo a gestire pipì e pupù, pianti infiniti, mamme stanche e temperature elevate.. Ecco, diciamo che a me tutto questo piace tanto tanto, ma l'impegno è notevole, sono necessari studio e aggiornamenti, tanta tanta pratica... giusto per dare un quadro completo della situazione.
Se dovessi lasciare tre consigli ai lettori di Enjoy it or not che hanno appena preso la reflex e vogliono imparare a creare un proprio progetto fotografico. Quali sarebbero?
La tecnica è fondamentale ma si impara ed è la parte più semplice. La parte più impegnativa è avere un'idea e qualcosa da dire prima di iniziare a fotografare, e sviluppare un proprio linguaggio o stile. E chiedersi chi è il "pubblico" a cui ci si vuole rivolgere: noi stessi? Gli amici su Facebook? Possibili clienti futuri? Gallerie o photoeditor per essere un giorno esposti o pubblicati? Il linguaggio da usare e la selezione delle immagini dipenderanno da questi elementi.
Altro consiglio: poche foto! Nessuno vuole vedere 57 foto della prima sessione del nostro nuovo progetto: una, due per sessione.
Qual è il tuo fotografo preferito e quello che ha segnato l'inizio della tua professione?
Non ho iniziato subito con questo genere: il mio inizio è stato in teatro, con la fotografia di scena.
Diciamo che, nel settore specifico, non ne ho uno preferito, ma esiste tutta una serie di fotografe (eh sì, sono per lo più donne) che seguo, che vivono e operano sia negli Stati Uniti che in Australia. Da loro, c'è sempre molto da imparare, e sono una spinta continua all'ispirazione e al rinnovamento.
Ultima domanda: dopo aver visto tante mamme e tante pance. Qual è il messaggio che vorresti dar loro per enjoy questo momento particolare della loro vita e ricordarselo per sempre con un sorriso?
Scegli con cura il tuo fotografo e ricordati che non è una spesa ma un investimento. Eh sì, perchè ci sono aspetti da non sottovalutare: per garantire un buon risultato, non è sufficiente andare dal proprio fotografo di matrimonio se questi non è specializzato nel settore. Un fotografo di architettura non è detto che realizzi buone foto di gravidanza o famiglia. Per arrivare a determinati risultati sono necessari, come ho detto prima, investimenti in formazione, accessori (spesso molto costosi, come quelli per neonati), spese di mantenimento per garantire la massima sicurezza (ogni accessorio usato va lavato e sterilizzato prima di essere usato per un altro bambino), attrezzatura adeguata, competenze specifiche..
L'associazione di cui faccio parte, AIFB, Associazione Italiana Fotografi di Bambini, è un buon supporto nei vari aspetti della professione, e nell'assunzione di consapevolezza da parte dei professionisti che si vogliono occupare di questo settore, nel rispetto delle regole.