ADV: We have a dream di Telecom Italia
Obiettivi irraggiungibili che fanno bene!
Foto dal comunicato stampa Telecom Italia |
Scelta non fu più azzeccata.
Le motivazioni per cui entusiasticamente scrivo la frase precedente sono due. La prima è che già lo spot Gandhi del 2004, in cui idealmente ci si chiedeva come sarebbe stato il mondo se il discorso del leader fosse stato diffuso con i mezzi moderni, era stato un successo. Ricordiamo che i mezzi di allora erano il broadcast, lo streaming e un timido accenno al mondo mobile che oggi ci sembrano abbastanza scontati. A mio personale parere, lo spot Gandhi è stato un ottimo esercizio di riflessione collettiva in cui si mischiavano le società dando un risvolto positivo all'attuale (almeno questo è un plus per questo mondo contorto) e cancellando gli errori di quella passata (il non conoscere) riappacificandole idealmente. Riutilizzare questa tecnica con un altro leader spirituale e aggiornare il modo di veicolare il messaggio per me è una scelta vincente. Non solo riporta alla memoria lo spot disruptive del 2004 ma porta a riflettere su come l’essere connessi oggi abbatta le barriere ed idealmente nessuno di noi è escluso. Semmai è temporaneamente off-line. Bel messaggio, bella speranza in tempi piuttosto grigi. Anche, perdonate l’invadenza filo-sociologica, bella sfida l’aggiornamento ai nuovi mezzi sempre più basati sullo scrivere, invece che sull’audio.
Le motivazioni per cui entusiasticamente scrivo la frase precedente sono due. La prima è che già lo spot Gandhi del 2004, in cui idealmente ci si chiedeva come sarebbe stato il mondo se il discorso del leader fosse stato diffuso con i mezzi moderni, era stato un successo. Ricordiamo che i mezzi di allora erano il broadcast, lo streaming e un timido accenno al mondo mobile che oggi ci sembrano abbastanza scontati. A mio personale parere, lo spot Gandhi è stato un ottimo esercizio di riflessione collettiva in cui si mischiavano le società dando un risvolto positivo all'attuale (almeno questo è un plus per questo mondo contorto) e cancellando gli errori di quella passata (il non conoscere) riappacificandole idealmente. Riutilizzare questa tecnica con un altro leader spirituale e aggiornare il modo di veicolare il messaggio per me è una scelta vincente. Non solo riporta alla memoria lo spot disruptive del 2004 ma porta a riflettere su come l’essere connessi oggi abbatta le barriere ed idealmente nessuno di noi è escluso. Semmai è temporaneamente off-line. Bel messaggio, bella speranza in tempi piuttosto grigi. Anche, perdonate l’invadenza filo-sociologica, bella sfida l’aggiornamento ai nuovi mezzi sempre più basati sullo scrivere, invece che sull’audio.
La seconda ragione per cui promuovo questo spot? Mi piace visivamente
la fusione dell’immagine anni’60 (assolutamente riproposta in chiave bianco e
nero e fedelissima nei consumi al periodo storico) con lo scritto 2.0. Anche i
nostri gesti da social networkers in un ambiente così retrò risultano
assolutamente naturali (pollice in su il nonno che scatta una foto con il
cellulare durante la parata del leader)...che forse tutto quel aggiungerci accessori
sul telefono abbia finalmente creato qualcosa che sia veramente personal?
Divagazioni a parte trovo anche molto significativa l’idea di utilizzare come
immagine piena un Martin Luther King a bocca chiusa che apprezza il grido We
Have a Dream della folla. Idealmente fa capire che forse in 50 anni almeno un pezzo del suo
discorso l’abbiamo capito e incorporato. Ora possiamo applicarlo una volta per
tutte?
Ovviamente, come noterete nei commenti del video che vi ho
postato, ci sono i soliti detrattori che si lamentano per aver scomodato un
leader così per fini commerciali. Facciamoci un esame di coscienza: aprite la
vostra pagina facebook e guardate tutti i link di favolose quote che avete
inoltrato da inizio anno fino ad oggi…di quante ne conoscete l’autore con attendibilità
certa? Eppure ne condividete il pensiero e il motivo che vi ha spinto a pubblicarle sulla vostra home è che quelle parole hanno un peso, devono essere ricordate e
diventare fonte d’ispirazione per voi e per progetti anche lontani dalla fonte
che le ha pronunciate. Più o meno quello che si è
detta Telecom. Più o meno l’obiettivo che si era posto Martin Luther King: far
si che quel discorso fosse sempre ripetuto e fosse d’ispirazione per tutti in
ogni singolo ambito della propria vita. Aggiungerei io: ben venga che qualcuno si ponga ancora degli obiettivi così elevati da raggiungere!
Non vi aggiungo altro, vi invito a mettervi seduti
tranquilli, schiacciare play e enjoy lo spot. Si sa mai che anche voi mi diate
la vostra lettura tecnico-socio-comunicativamente-ispirata-unica!
P.s. per i più esigenti: ecco lo spot del 2004 con Gandhi e buon divertimento nello scorgerne le differenze tra questo e quello attuale. ;)
Fonti:
0 commenti:
Ogni feedback e ogni idea è preziosa: grazie per il tuo commento!:)