Le Belve

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Il canto della normalità atipica



Questo weekend niente giro cinema per vedere le stuzzicanti novità di Pasqua...mi sono invece orientata su un film targato 2012 che sin dalla locandina mi aveva incuriosito: Le Belve.
Innanzitutto chiariamo un punto: se cercate un film d’evasione o una bella storia d’amore o un’action movie puro lasciate perdere e cercatevi un altro titolo. Questo film non è nessuno dei tre generi sopra. 

È una storia complessa in cui si vede esplicitata la forza dell’amore (è sia punto debole che motivo di riscossa) e dove tutto ciò che è scorretto diventa la normalità. È normale e (stranamente) fortunato il triangolo amoroso protagonista, è normale che una donna sia a capo di un cartello della droga messicano, è normale vedere l’azienda di Mariujana dei due protagonisti come un’impresa di successo al pari di Apple o Microsoft. Questo è il presupposto e il mondo in cui si svolge la trama. La parte impressionante è che in questa normalità atipica non capirete mai chi sono le vere belve: se i cattivi del cartello o i “triangolaristi”. La morale suggerita dal sottotitolo è che l’amore rende tali ma guardandolo e soprattutto vedendo il finale in realtà mi sorge più il dubbio che sia la cecità e l’opportunità a rendere belve. Questo però è il mio pensiero filosofico non tecnico.
Parlando di tecnicità e elementi base per dare un giudizio…beh… direi che quello preponderante e da affrontare subito è la composizione del cast.
Abbiamo un’egregia Salma Hyek che da’ il meglio di sé in versione spagnola e spietata, un Benicio del Toro doppio giochista che rende il personaggio talmente reale da essere quasi pauroso ed infine un John Travolta che è oltremodo credibile e imprevedibile. Quello che però colpisce non sono questi pezzi grossi di cui abbiamo già visto prova in altri grandi film, ma la componente giovane del cast ossia Blake Lively, Taylor Kitsch e Aaron Taylor-Johnson. Quasi fossero stati scelti come la versione giovane dei 3 grandi divi elencati poc'anzi, si distinguono interpretando personaggi complessi e dalle mille sfaccettature nonostante vogliano e debbano sembrare “normalizzati” dal generale tema dato da Oliver Stone. Particolare menzione va poi per la “mia Serena di Gossip Girl” che dopo questo personaggio la confermo come una delle migliori scoperte del 2012. Non solo è brava nel districarsi in un personaggio abbastanza complesso e diverso dalla Serena della famosa serie tv ma riesce a portare sullo schermo quel bagliore di charm tutto suo per cui non puoi non parteggiare per lei anche se il ruolo non ti piace, sei fan di Salma Hyek e/o probabilmente hai sempre schifato Gossip Girl. Decisamente brava e davvero non sfigura in questa prova con cast famoso e regista esigente.
A proposito di regista… Oliver caro… non sono proprio una tua fan ma ho visto Kill Bill e mi sento di tirarti un po’ le orecchie per quelle scene mozzafiato in bianco e nero che alternano le scene a colori. Nel complesso hai fatto un bel film che porta a riflettere e farsi due domande sul confine tra normalità, diversità e giustificazione dei propri atti quindi ti diamo un enjoy per scelta cast, location e riflessione...un po' meno per storia e effetti speciali! ;)
Voi cari cinefili in lettura che ne pensate? Se siete ancora nel dubbio qui sotto trovate il trailer per lasciarvi ispirare o farvi desistere fin da subito:

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