Made in Jersey

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La piacevole sorpresa


Ieri sera come ogni lunedì sera mi sono seduta sul divano alle 20.52 per potermi gustare la mia puntata di Grey’s anatomy e a dir la verità ero anche pronta a scattare sul canale Fox per la prima di Da Vinci’s demons. Purtroppo la mia idilliaca serata da serial addicted è stata bruscamente interrotta dallo schermo blu con messaggio fin troppo chiaro: “NESSUN SEGNALE DALLA PARABOLA”. Dopo un quarto d’ora di panico, stati facebook, ricerca d’aiuto, prove di registrazione fallite e di settaggi vari, sconsolata come non mai mi sono abbandonata a Sky on demand. Quello è stato il momento in cui la serata mi ha regalato due sorprese: la prima è che ho scoperto che ogni puntata di una serie il giorno dopo la sua trasmissione viene rilasciata su sky on demand per un certo periodo, la seconda invece si chiama Made in Jersey.
So che tre puntate non fanno un giudizio su una serie, ma in milanese c’è il detto: “dopo tre piatti è risotto” per cui ecco i punti che mi hanno colpito della serie di Martina Garretti:
  1. trama: siamo a New York e una giovane rampante figlia di italoamericani si fa riconoscere per la sua perspicacia durante una riunione importantissima dello studio legale in cui lavora. Da lì a poco le viene affidato il ruolo da assistente di un caso importante di omicidio. Banale? Per niente perché la Martina Garretti di cui sopra è una tosta senza eguali: in tacco dodici non si fa problemi ad andare a cercare indizi, testimoni, scene del crimine e a ritirare i cupcake per il compleanno del nipote. Divisa tra indagini, arringhe al foro e pranzi della domenica difficilmente si riesce a spegnere la puntata e non essere coinvolti.

  2. i richiami. Con questa espressione voglio dire che guardando le puntate ho intravisto un po’ l’impronta di tanti bei telefilm degli scorsi anni che un po’ ci hanno fatto rivalutare il genere. C’è il sapore di Ally Mc Beal ma con più focus sulle vicende giudiziare che sull’amore e i pensieri dell’avvocato, c’è la sagacia della signora in giallo che va oltre i suoi limiti e fa le indagini in prima persona, c’è l’occhio femminile attento al dettaglio come l’avvocato di Legally Blond impersonato da Reese Whiterspoon ai tempi, c’è l’italianità dei Sopranos ma soprattutto la tranquillità e l’amore della famiglia alla Ugly Betty. Insomma prende il meglio di tutti e lo shackera sapientemente ottenendo un background, un personaggio e una storia appassionante.

  3. L’ambientazione. Più guardo telefilm ambientati a New York più mi innamoro della fotografia che sa sprigionare quella città. Già in Gossip Girl avevo decantato come la città fosse vissuta e ritratta in modo egregio, qui in realtà è più di sottofondo ma quando appare è un’immagine da levare il fiato. Fra l’altro ci fa anche conoscere il modo di vivere appena fuori la grande mela grazie ai continui avanti e indietro della protagonista dalla casa dei suoi in periferia.

  4.  i personaggi. Ovviamente il maggior sforzo è stato fatto per la protagonista che ben coniuga la voglia di ambizione, la passionalità italiana e l’intelligenza fuori dal comune di noi giovani che ci impegniamo a fondo. Non sono da sottovalutare, però, anche i colleghi arrivisti o meno che insegnano l’antica arte del foro e il rigore in netta contrapposizione con il pensare fuori dagli schemi e il ragionamento di Martina, la protagonista. Ho apprezzato poi in particolare il personaggio che interpreta il capo dello studio che alimenta la perspicacia della protagonista e le dona ottime possibilità e insegnamenti. Sarà che Kyle MacLachlan  (ex interprete del marito di Bree in Desperate Housewife) è decisamente ottimo nel ruolo…ma un capo così rende bene nella serie. Ultima menzione va alle “ragazze Garretti” che sono la mamma e le sorelle della protagonista: un po’ Jersey Shore e un po’ toste sono l’esatto completamento del personaggio principale facendo capire da chi ha preso la testardaggine. Proprio nel vedere come è dipinta la famiglia italoamericana di Martina mi ha fatto dare un punto in più alla serie: finalmente non c’è troppo trash, non ci sono delinquenti ma persone che con le nostre caratteristiche italiane migliori affrontano la vita e le vicende spiacevoli con tenacia. Finalmente una sfumatura positiva su noi italiani all'estero!;)

  5. Last but not least: mi piacciono le vicende narrate. Non sono così semplici da far indovinare dopo un minuto il vero colpevole. Sono quel giusto mix di complicato e intricato che attira lo spettatore che alla fine deve sapere perché effettivamente potrebbe essere stato quel tizio e non l’altro e soprattutto come farà la protagonista a farlo arrestare o crollare durante l’interrogatorio.


Insomma sarà l’entusiasmo delle prime tre puntate (anche se non credo si spegnerà così presto) ma questa serie mi piace e merita un enjoy netto per come fa vedere noi giovani, come ritrae noi donne latine e soprattutto perché ci ridà quella forza e tenacia quotidiana che non si vede in tv dai tempi del fantastico Ally Mc Beal. 

Link utili:
Sito ufficiale: http://www.cbs.com/shows/made_in_jersey/
Fox Life: http://www.foxlife.it/made-in-jersey?gclid=CJyy7L6P4bYCFU5b3godW2MAow
Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Made_in_Jersey
Google + : http://plus.google.com/u/0/102728364621024910480/posts

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