Tom Cheatham e il mistico Myanmar
Lezione di colore
Continuiamo il mio viaggio attraverso lo studio della
fotografia e soprattutto sbirciando il lavoro dei fotografi più o meno famosi.
Oggi facciamo tappa in Myanmar che ho scoperto attraverso le foto di Tom
Cheatham e soprattutto in quel indefinibile genere di scatti che mischiano
reportage, spiritualità, ritratto e colore. Ecco questo è uno degli elementi
che più mi piace di questo fotografo: come immortala il colore e soprattutto il
rosso. Premettiamo che non sono un’amante a spada tratta del rosso ma apprezzo
il tocco in più che regala il dettaglio di questo colore. Sarà che in questo
periodo ho vissuto la laurea della mia amica da dietro l’obiettivo o che forse
tutti i miei soggetti amano avere un dettaglio in caldo rosso ma trovo che
regali quel pizzico di simpatia che cambia la comunicabilità della foto.
Ora se siete anche voi reflexisti come me ben sapete che dopo
ogni vostro scatto con dettaglio rosso la maggior parte dei vostri amici si
lamenta che il proprio indumento o accessorio non è così scialbo, o non è così
spento e men che meno così flashiato. La scoperta amara è che effettivamente
per rendere i colori reali in fotografia bisogna avere un’esposizione corretta
e una volta trovata si deve in genere decidere se sovraesporre o sottoesporre
per rendere il più vero possibile il colore. Praticamente un casino.
Quello che invece colgo dalle foto di Cheatham è che il suo
messaggio non è il rosso puro ma la sua sfumatura. Mi spiego: nelle sue foto i
bambini sono ritratti uno accanto all’altro con i vestiti tipici dei monaci
buddisti. Ogni veste, però, risulta essere con una gradazione di rosso
differente anche se si va a sovrapporre a quella accanto come se si volesse
indicare una personalità diversa per ogni bambino o un modo di vivere la spiritualità
ognuno a modo suo.
Pubblicata dal Smithsonian Mag |
Se non gioca con le sfumature, Cheatham, sprigiona la forza
del rosso con il contrasto. Avete notato quanto sia impossibile non soffermare
il vostro occhio sulla foto del bambino che scala il tempio bianco? Si continua
a guardarla e, come nel mio caso, si rimane estasiati a percepire la perfezione
della luce e del contrasto. Si rimanda al divino e a grandi significati in un
solo sguardo. Lo stesso accade con il ritratto del monaco su sfondo nero.
Insomma oltre alla grande spiritualità e a capire che in
Myanmar c’è la luce perfetta per creare opere divine mi sembra di intuire che
la regola dell’uso del colore (se non si fanno delle foto industriali eh) passi
attraverso due punti fondamentali: o lo si sprigiona attraverso il contrasto
con uno sfondo il più neutro possibile o attraverso le sfumature dandogli un
significato più ampio e fregando in partenza gli amichetti detrattori pronti a
dire “forse l’hai flashiato troppo”, “guarda che io sono vestito in rosso non
in quel colore lì”… D’altra parte davanti ad una foto con sfondo neutro, il
soggetto in un piano adeguato e quell’unico colore che illumina la foto, chi
riuscirà a dirvi che non avete fatto un ottimo lavoro?
Per cui enjoy la galleria pluripremiata di Cheatham e se
trovate altre ispirazioni nelle sue foto intasate pure i commenti.
Foto…click!
Sito ufficiale: http://tomcheathamphotography.com/
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